Inclusione sociale: successo per Odissea e FBML

Inserimento lavorativo e indipendenza abitativa. Questa, l’audace missione compiuta dalla cooperativa sociale Odissea (associata al Consorzio So.&Co.) grazie al finanziamento della Fondazione Banca del Monte di Lucca e al sostegno del Comune di Capannori e che ha coinvolto una trentina di profughi arrivati nella nostra città a seguito della guerra in Libia che ha generato, nell’aprile 2011, la cosiddetta Emergenza Nord Africana (ENA). Per l’occasione, la Regione Toscana ha risposto con gli strumenti del volontariato e della protezione civile regionale, provinciale e comunale, volti a prestare servizio di accoglienza a favore dei migranti assegnati dallo stato al territorio regionale.

Così, in questi anni, i giovani, accolti dagli operatori di Odissea presso varie strutture del territorio, tra cui la Casa Accoglienza di Lunata a Capannori e quella di Boveglio a Villa Basilica, non solo sono stati aiutati nella richiesta di forme di protezione internazionale, ma sono stati accompagnati in un percorso di integrazione, attraverso il progetto ”Richiedenti professionalità”. Con il supporto di una equipe multidisciplinare composta da un mediatore sociale, un mediatore linguistico-culturale, uno psicologo e un esperto del lavoro, è stato possibile collaborare con ogni singolo individuo tenendo conto dei corsi di formazione da lui svolti durante i mesi precedenti all’interno del programma ENA e delle proprie attitudini personali.

La sinergica collaborazione tra Odissea, Fondazione BML e Comune di Capannori ha permesso poi di rafforzare i legami di una fitta rete di aziende e cooperative interessate a garantire stage retribuiti ai profughi, attraverso i quali creare vere e proprie opportunità formative e di lavoro. Inoltre è stato realizzato un monitoraggio in itinere che ha previsto incontri con i singoli soggetti della rete e ha consentito di valutare con questi i risultati conseguiti o ancora da conseguire, nonché le potenzialità inespresse.

Risultati oltremodo positivi, quelli raggiunti dell’ambito del progetto “Richiedenti professionalità” con una quasi totalità di esperienze lavorative andate a buon fine e con la conseguente autonomia abitativa per i giovani profughi.